UTSUKUSHISA - BELLEZZA
Informazioni Collana
PROFONDO GIAPPONE. Collana composta da 15 volumi
79,90 €
133,50 €
(SCONTO DEL 40.15%)
Una collana inedita per scoprire il lato più autentico della cultura giapponese.
Muovendoci tra calligrafia Shodo, teatro Kabuki, cibo Washoku, poesia Haiku, scopriremo lo spirito profondo di parole, idee, gesti e simboli, carichi di incanto e per certi versi ancora misteriosi, che danno forma alla cultura nipponica. Partiremo, in ogni volume, da un termine giapponese particolarmente significativo che sarà la traccia per la nostra lettura e che potrà arricchire anche le nostre vite.
"UTSUKUSHISA - BELLEZZA"
10° VOLUME
UTSUKUSHISA - BELLEZZA
Utsukushisa è la bellezza, non solo dal punto di vista puramente estetico. In Giappone la si ritrova nell’architettura, nella natura e nella cucina, ma anche nel modo di vivere e di comprendere il mondo, di trovare il sublime nel quotidiano. Il culto della bellezza fu, per esempio, l’ossessione di Mishima Yukio, famoso e controverso scrittore che la interpretò non solo nella vita e nei romanzi, ma pure nel suo suicidio. Tornando all’estetica vera e propria, il concetto giapponese di bellezza ebbe uno scossone quando, con la fine dello shogunato Tokugawa e l’inizio dell’era Meiji (1868), il Paese terminò il suo isolamento importando dall’Occidente nuove mode anche negli abiti e nelle acconciature. Il concetto di bellezza è anche al centro del Kabuki, teatro di colori, emozioni e meraviglia, mentre, tra le credenze filosofico-religiose, c’è anche la sua antitesi, la “bruttezza” di vecchi oggetti resi tali dall’uso e trasformati in demoni, mostri e fantasmi, i quali però oltre a vendicarsi degli umani possono, sorprendentemente, diventare partecipi della salvezza buddhista.
UTSUKUSHISA - BELLEZZA
Utsukushisa è la bellezza, non solo dal punto di vista puramente estetico. In Giappone la si ritrova nell’architettura, nella natura e nella cucina, ma anche nel modo di vivere e di comprendere il mondo, di trovare il sublime nel quotidiano. Il culto della bellezza fu, per esempio, l’ossessione di Mishima Yukio, famoso e controverso scrittore che la interpretò non solo nella vita e nei romanzi, ma pure nel suo suicidio. Tornando all’estetica vera e propria, il concetto giapponese di bellezza ebbe uno scossone quando, con la fine dello shogunato Tokugawa e l’inizio dell’era Meiji (1868), il Paese terminò il suo isolamento importando dall’Occidente nuove mode anche negli abiti e nelle acconciature. Il concetto di bellezza è anche al centro del Kabuki, teatro di colori, emozioni e meraviglia, mentre, tra le credenze filosofico-religiose, c’è anche la sua antitesi, la “bruttezza” di vecchi oggetti resi tali dall’uso e trasformati in demoni, mostri e fantasmi, i quali però oltre a vendicarsi degli umani possono, sorprendentemente, diventare partecipi della salvezza buddhista.