44° VOLUMEMichele CatozziCANALE DI FUGAVenezia, estate 2014. Un barchino truccato, reduce da gare di velocità illegali e pilotato da due minorenni, travolge il cadavere di un uomo. Sono sufficienti i primi rilievi per capire che il corpo era in acqua già da qualche giorno e che presenta ferite d’arma da fuoco. Ciò che invece fin da subito si rivela più complicato è l’identificazione, compito reso quasi impossibile dal volto completamente sfregiato. Mentre il commissario Aldani e la sua squadra faticano a rintracciare informazioni utili, una banda di malviventi mette a segno alcune rapine particolarmente violente in lussuosi alberghi della città. E se gli eventi fossero collegati? Aldani vuole approfondire quello che sembra soltanto un vago sospetto, e finisce così per lavorare al fianco della vicequestrice Lena Morini, a capo dell’Antirapina, una donna dal carattere forte e spigoloso… quasi quanto il suo. Tra mosse azzardate e incidenti diplomatici, i due porteranno avanti una complessa indagine, che vivrà il suo momento decisivo in una Venezia in trepidante attesa dei festeggiamenti per la notte del Redentore, con calli traboccanti di turisti e ben pochi canali di fuga…
4° VOLUMEMO YANI TREDICI PASSIStremato dalla fatica, il professor Fang Fugui muore mentre è in cattedra. Li Yuchan, truccatrice delle pompe funebri che dovrebbe prepararlo, è però impegnata a far sembrare magro il vice sindaco della città, suo ex amante. Il corpo di Fang finisce così in una cella frigorifera. Dove resuscita e fugge. Sulla via di casa, l’uomo cade in un cantiere ricoprendosi completamente di calce. Sembra un fantasma e la moglie lo caccia. Bussa allora alla porta della stessa Li Yuchan e del marito Zhang Hongqiu. Di quest’ultimo, professore a sua volta, Fang sarà costretto ad assumere le sembianze e a occupare il posto. Non è il caso, infatti, di rivelare che è resuscitato: la sua morte è l’occasione per far capire la miseranda esistenza degli insegnanti. Mentre Zhang, libero da impegni, si dedica a fare soldi, Fang forza la propria moglie a fare l’amore con lui. La donna, credendo di essere stata violentata dal vicino, si annega in un fiume. È l’inizio di una serie di sventure di cui è difficile prevedere la fine. Soprattutto perché, quando anche Fang sta per togliersi la vita, vede un passero ferito che avanza verso di lui. Ne conta i passi. Sono dodici. Secondo un’antica leggenda, veder zampettare un passero è di buon augurio. Il primo passo porta ricchezza, il secondo potere, il terzo fortuna con le donne e via di seguito fino al dodicesimo. Ma se lo si vede compiere il tredicesimo tutto si capovolge, trasformandosi in tragedia.
43° VOLUMEGiuliano PasiniVENTI CORPI NELLA NEVENon si può sfuggire per sempre al proprio passato, anche quando è pieno di dolore. A quest’amara consapevolezza, il sostituto commissario Roberto Serra deve arrendersi il giorno di Capodanno del 1995 quando la sua vita e quella di Case Rosse, il minuscolo borgo arroccato sui colli dell’Appennino in cui si è rifugiato, viene sconvolta da un feroce omicidio: alle prime luci dell’alba, un contadino rinviene tre cadaveri, tra cui una bambina, adagiati sull’erba gelata accanto a una stele che ricorda un’atroce strage avvenuta durante la Seconda guerra mondiale. Da quel momento, sembra che la sorte voglia coinvolgere Serra in un gioco crudele, riportando a galla quanto credeva di essersi lasciato alle spalle: l’assassinio dei genitori, il male oscuro che l’affligge, la fine dell’unica relazione che per lui abbia mai significato qualcosa. E lo obblighi a rispettare una promessa fatta anni prima: non lasciare che il colpevole resti impunito, per dare a quei cadaveri senza nome la pace che meritano. «Affinché i martiri riposino in pace», come recita la poesia incisa sulla stele vicino alla quale sono stati ritrovati i corpi. Venti corpi nella neve segna l’inizio della serie dei romanzi con protagonista Roberto Serra, poliziotto in perenne fuga da sé e animato da una feroce fame di verità, che in questa indagine sarà costretto a pagare un prezzo altissimo, perdendo la poca serenità che aveva conquistato nel suo esilio tra le colline per scoprire ferite che la gente di Case Rosse porta dentro da cinquant’anni. E che somigliano, in modo inquietante, alle sue.
3° VOLUMEARAVIND ADIGALA TIGRE BIANCASeduto alla sua scrivania, l’imprenditore autodidatta
Balram Halwai, detto la Tigre Bianca,
scrive sette lucide e impietose lettere al primo
ministro cinese che si appresta a visitare
l’India. Gli racconta delle proprie origini e
della propria storia: nato in una delle caste più
basse, partendo da un fangoso villaggio all’in-
terno del Paese (in cui «ogni buona notizia si
tramuta in una cattiva notizia, e in fretta») arriva
da ragazzo a New Delhi, dove mall sfavillanti,
sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da
magri autisti in ciabatte si trovano a fianco di
bordelli di lusso con bionde prostitute dell’Europa dell’est. Qui, nel nuovissimo quartiere di
Gurgaon, assiste alla progressiva e inarrestabile
corruzione del suo padrone, ne assimila
la mentalità e intuisce che il modo per fuggire
dalla gabbia della miseria esiste: commettere
un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie
a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta,
a un codice morale dettato dalle necessità
produttive, ma soprattutto applicando le auree
regole degli affari apprese da Mr Ashok, il
suo defunto ex principale, il successo non tarda
ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe
investire parte del proprio capitale in
una scuola per bambini poveri di Bangalore.
Una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non
si parla né di Gandhi, né dei trentasei milioni
di divinità indiane.
42° VOLUMEHåkan NesserLA RETE A MAGLIE LARGHEBrutta giornata per Janek Mitter: i postumi di una sbornia colossale, i ricordi pochi e confusi e il cadavere della sua giovane e amatissima moglie, Eva, nella vasca da bagno. Fin troppo scontato il verdetto: colpevole. Sei anni, la pena. Ma il commissario Van Veeteren non è convinto della sua colpevolezza e comincia a scavare nei molti segreti del passato di Eva: un precedente matrimonio finito dopo la morte per annegamento del figlio di quattro anni, un padre violento, un gemello sparito in Canada, un antico fidanzato morto in circostanze misteriose. E infine, a complicare le cose, un nuovo e improbabile omicidio. Separato dalla moglie, con due figli, il commissario Van Veeteren vive da solo con il suo cane in una cittadina del nord Europa. Ama gli scacchi, ascolta Händel e gioca a badminton con un collega. L’esperienza lo ha reso scettico, solitario e malinconico, ma anche profondamente umano e, nei casi che affronta, ciò su cui la sua attenzione finisce per concentrarsi sono i moventi più nascosti dell’animo umano.
A CENT'ANNI DALLA SUA PRIMA USCITA, REPUBBLICA E ROBINSON RIPROPONGONO UN CAPOLAVORO DELLA LETTERATURA MONDIALE.Oggetto di due versioni cinematografiche memorabili - prima col volto di Robert Redford, poi con quello di Leonardo DiCaprio - "Il grande Gatsby" è l'affresco scintillante del mito americano e del suo declino negli anni Venti: il romanzo di un sognatore che cerca la felicità ma è destinato a perdersi in un amore vissuto come ossessione, tra feste e fiumi di alcol. A cento anni dalla sua pubblicazione, Robinson presenta ai suoi lettori il capolavoro di una generazione, scritto con stile limpidissimo, in prodigioso equilibrio tra cinismo e tenerezza. Uno dei grandi libri della letteratura mondiale da leggere e rileggere.
1° VOLUMEHAN KANGATTI UMANIUna palestra comunale, decine di cadaveri
che saturano l’aria di un «orribile tanfo putrido».
Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel
maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun
Doo-hwan, in tutto il Paese vige la legge marziale.
Quando i militari hanno aperto il fuoco
su un corteo di protesta è iniziata l’insurrezio-
ne, seguita da brutali rappresaglie; Atti umani
è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una
carneficina mai veramente narrata in Occidente.
Conosciamo il quindicenne Dong-ho,
alla ricerca di un amico scomparso; Eun-sook,
la redattrice che ha assaggiato il «rullo inchiostratore»
della censura e i «sette schiaffi» di
un interrogatorio; l’anonimo prigioniero che
ha avuto la sfortuna di sopravvivere; la giovane
operaia calpestata a sangue da un poliziotto
in borghese. Dopo il massacro, ancora anni
di carcere, sevizie, delazioni, dinieghi; al volgere
del millennio stentate aperture, parziali
ammissioni, tardive commemorazioni. Han
Kang, con il terso, spietato lirismo della sua
scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta
oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un
passato che si voleva cancellato.
2° VOLUMEITO OGAWALA CARTOLERIA TZUBAKILa venticinquenne Hatoko discende da una
genìa di illustri calligrafe che, a partire dall’e-
poca Edo, hanno svolto funzioni di scrivane
pubbliche. Questo, almeno, è ciò che le ha
sempre raccontato la nonna, con cui la ragazza
è cresciuta. Alla sua morte, Hatoko si ritrova
a prenderne il posto, diventando una calligrafa
tuttofare nonostante all’apparenza sia
soltanto la proprietaria di un negozietto di
articoli di cancelleria. Il servizio di scrivano
non è mai stato pubblicizzato in via ufficiale
eppure, grazie al passaparola, sono in tanti
a varcare la soglia della cartoleria Tsubaki
con le richieste più sorprendenti: redigere
eleganti biglietti di auguri, compilare telegrammi
di condoglianze per la morte di una
scimmia, comunicare la fine di un amore; tutto
rigorosamente scritto a mano e senza mai
dimenticare che quel lavoro è molto importante,
perché contribuisce alla felicità altrui.
La nonna, del resto, le ha sempre ripetuto che
essere uno scrivano significa agire nell’ombra, come una controfigura, per aiutare il
cliente a comunicare emozioni profonde.
Un giorno, alla cartoleria si presenta un giovane
che parla un giapponese stentato. Con
sé ha un sacchetto di carta pieno zeppo di lettere
con un indirizzo italiano e vergate nell’e-
legante, inconfondibile grafia della nonna
di Hatoko. Lettere capaci di sovvertire tutto
quello che la ragazza ha sempre creduto di
sapere non solo sul suo passato, ma anche su
quello della cartoleria Tsubaki.
Dall’autrice de Il ristorante dell’amore ritrovato,
un’opera commovente sul potere della scrittura,
sulla forza inesorabile che le parole portano
con sé e sulla loro capacità di cambiare
l’esistenza degli esseri umani.