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L'APPENNINO D'INVERNO

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"L'APPENNINO D'INVERNO"

33° VOLUME
L'Appennino d'inverno

Anche se priva di rilievi particolarmente elevati, la Val d’Aveto, “Tibet della Liguria”, offre un’esperienza d’alta montagna accessibile a camminatori dai gusti più disparati, lungo sentieri densi di storia. Poco più in là, verso sud-ovest, il crinale orientale dell’Appennino Parmense è una dorsale ininterrotta, innevata per metà dell’anno, da cui si riesce a scorgere il luccicare del Mar Ligure. L’appartata Riserva dell’Orecchiella, inclusa nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, è un piccolo santuario di biodiversità racchiuso tra le sagome aguzze delle Alpi Apuane e le dolci dorsali appenniniche. Nell’Appennino Modenese invece si cammina in un territorio dai forti contrasti, lasciandosi alle spalle le zone più sfruttate dal turismo invernale per dirigersi verso luoghi solitari e suggestivi, dove il silenzio regna sovrano. Ma gli Appennini in inverno non offrono soltanto natura: nelle Foreste Casentinesi, tra Emilia-Romagna e Toscana, si va alla scoperta di una meraviglia ingegneristica come la diga di Ridracoli e di un importante luogo di fede come Camaldoli. Tutelati dall’omonimo parco nazionale, i Monti Sibillini uniscono il loro passato leggendario a un’interessante offerta di percorsi da affrontare con le ciaspole. Non troppo lontano, ci si inoltra nel cuore dell’Abruzzo alla scoperta della sua “Montagna madre”, la Maiella, dove alle escursioni naturalistiche si può abbinare la visita di antichi eremi e borghi caratteristici. Entrambi ben visibili da Roma, i massicci del Velino-Sirente e i Monti Simbruini offrono percorsi di diversa difficoltà in paesaggi spettacolari, punteggiati di vestigia del passato. Prima area protetta istituita sull’Appennino, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è invece il luogo perfetto per cercare incontri ravvicinati con la fauna protetta, di cui spesso si scorgono le tracce lasciate sulla neve. Ci si sposta dunque in Campania, nel territorio carsico dei Monti Picentini, ricco di laghi cristallini e bellezze paesaggistiche spesso poco conosciute. L’ultimo cammino porta infine tra Calabria e Basilicata, alla scoperta del cuore selvaggio del