SE NON ORA, QUANDO?
SE NON ORA, QUANDO?
Com’è stato possibile che gli ebrei sotto Hitler si siano lasciati schiacciare e sterminare senza ribellarsi, senza opporre resistenza? Primo Levi si è sentito rivolgere spesso questa domanda, e con toni – arroganti, piagnucolosi o di sufficienza – che dovette trovare sgradevoli, tanto più sgradevoli in quanto una Resistenza di matrice ebraica non era mancata, né in Europa né in Italia. Lui stesso, prima che lo deportassero ad Auschwitz, era stato catturato in montagna come partigiano, cosicché la sua guerra contro i nazisti e i fascisti non gli era stato possibile combatterla. Gli rimaneva una possibilità: immaginare quella Resistenza per via di scrittura, inventandola – luoghi, episodi, cronologia, personaggi – su solidi fondamenti di realtà. Nell’Europa orientale, infatti, erano esistite bande di partigiani ebrei che si erano aperte la strada verso occidente misurandosi con i tedeschi e con i loro alleati; quella di Levi avrà, in più, un obiettivo preciso: approdare in Palestina.
Domenico Scarpa