ROBERTO POLILLO
































Informazioni Collana
SOUNDING PICTURES (5 VOLUMI)
199,50 €
La Red Records con questa collana si pone l’obiettivo di affiancare parallelamente al suo catalogo “sonoro” – patrimonio fondamentale per la documentazione dell’ultimo mezzo secolo di vita jazzistica, anche una testimonianza culturale “visiva” coinvolgendo i fotografi che hanno saputo con i loro scatti, investigare il jazz, la sua trama, i personaggi, le intime inclinazioni.
Sounding Pictures quindi, perché anche le immagini suonano.
Tutti i volumi, in formato long playing, sono stampati a colori, in tiratura limitata di sole 500 copie numerate a mano e cucite a macchina con un filo rosso.
"ROBERTO POLILLO"
Roberto Polillo
Appassionato di fotografia, un giovanissimo Roberto Polillo viene coinvolto dal padre Arrigo (1919-1984 - critico, storico, organizzatore di concerti jazz, nonché fondatore con Testoni di Musica Jazz - ad illustrare con le sue immagini le pagine della rivista. Il suo archivio fotografico riguarda il periodo d’oro del jazz, tra gli anni 60' e i 70'. Testimonianza visiva di oltre cento concerti tenutesi tra Italia, Svizzera e Francia in una dozzina d’anni. Roberto Polillo può a tutti gli effetti esser definito un talento precoce: inizia a fotografare prima del suo sedicesimo compleanno e continua sino a poco meno del trentesimo, per poi seguire altri progetti di vita dove riscuote altrettanto successo. Circondato e immerso nel jazz - la casa dov’è cresciuto era spesso adibita anche a redazione, un luogo dove la musica si sentiva da mattina a sera - Polillo crea un intimo e personale percorso di sintesi: nello scatto l’interprete guadagna la sua presenza scenica inscindibilmente alla musica che produce ed esegue. In apparenza, al primo sguardo, magnifici ritratti. In realtà, la sua ricerca lo porta a fissare in un’immagine l’espressione del musicista che meglio rappresenta la sua musica, il messaggio che sta dietro a quell’interpretazione – a volte intimo e individuale, altre come manifesto politico o sociale. Il focus diventa quindi non tanto il “come”, ma il “cosa” fotografare. Confrontarsi con la musica per decifrarla e per fissarla in uno scatto. Questa intenzionalità nel fotografare la scena del jazz, ad uno sguardo attento oltre che vederla, la si può sentire. E questa è anche la cifra di Polillo, che permea anche i suoi progetti successivi in altri campi. Un’intenzionalità che potremmo tradurre come ricerca della pluralità delle voci, per dargli evidenza, qui come fotografo jazz sino ad arrivare al più recente progetto di PARCO (Polillo ARt COntainer), dedicato ad aggregare diverse community dell’arte, del digitale e dell’innovazione. L’allestimento è pensato per far divenire anche le pareti stesse protagoniste del racconto, creando il contesto storico, sociale e culturale del periodo. Le pareti sono rivestite completamente con una prima pelle di carta che tramite immagini e citazioni illustrano la scena del jazz, in cui sono poi inserite le fotografie di Roberto Polillo.
Marco Pennisi
Foto di John Coltrane, Louis Armstrong, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Clark Terry, Sonny Rollins, ArchieShepp, Ornette Coleman, Dexter Gordon, Eric Dolphy, Oscar Peterson, Earl Hines, Keith Jarrett, Bill Evans, Cecic Taylor, Herbie Hancock, Elvin Jones, Ella Fitzgerald, Max Roach, Nina Simone e molti altri.
Appassionato di fotografia, un giovanissimo Roberto Polillo viene coinvolto dal padre Arrigo (1919-1984 - critico, storico, organizzatore di concerti jazz, nonché fondatore con Testoni di Musica Jazz - ad illustrare con le sue immagini le pagine della rivista. Il suo archivio fotografico riguarda il periodo d’oro del jazz, tra gli anni 60' e i 70'. Testimonianza visiva di oltre cento concerti tenutesi tra Italia, Svizzera e Francia in una dozzina d’anni. Roberto Polillo può a tutti gli effetti esser definito un talento precoce: inizia a fotografare prima del suo sedicesimo compleanno e continua sino a poco meno del trentesimo, per poi seguire altri progetti di vita dove riscuote altrettanto successo. Circondato e immerso nel jazz - la casa dov’è cresciuto era spesso adibita anche a redazione, un luogo dove la musica si sentiva da mattina a sera - Polillo crea un intimo e personale percorso di sintesi: nello scatto l’interprete guadagna la sua presenza scenica inscindibilmente alla musica che produce ed esegue. In apparenza, al primo sguardo, magnifici ritratti. In realtà, la sua ricerca lo porta a fissare in un’immagine l’espressione del musicista che meglio rappresenta la sua musica, il messaggio che sta dietro a quell’interpretazione – a volte intimo e individuale, altre come manifesto politico o sociale. Il focus diventa quindi non tanto il “come”, ma il “cosa” fotografare. Confrontarsi con la musica per decifrarla e per fissarla in uno scatto. Questa intenzionalità nel fotografare la scena del jazz, ad uno sguardo attento oltre che vederla, la si può sentire. E questa è anche la cifra di Polillo, che permea anche i suoi progetti successivi in altri campi. Un’intenzionalità che potremmo tradurre come ricerca della pluralità delle voci, per dargli evidenza, qui come fotografo jazz sino ad arrivare al più recente progetto di PARCO (Polillo ARt COntainer), dedicato ad aggregare diverse community dell’arte, del digitale e dell’innovazione. L’allestimento è pensato per far divenire anche le pareti stesse protagoniste del racconto, creando il contesto storico, sociale e culturale del periodo. Le pareti sono rivestite completamente con una prima pelle di carta che tramite immagini e citazioni illustrano la scena del jazz, in cui sono poi inserite le fotografie di Roberto Polillo.
Marco Pennisi
Foto di John Coltrane, Louis Armstrong, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Clark Terry, Sonny Rollins, ArchieShepp, Ornette Coleman, Dexter Gordon, Eric Dolphy, Oscar Peterson, Earl Hines, Keith Jarrett, Bill Evans, Cecic Taylor, Herbie Hancock, Elvin Jones, Ella Fitzgerald, Max Roach, Nina Simone e molti altri.
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