N. ATSUSHI: CRONACA DELLA LUNA SUL MONTE E ALTRI RACCONTI
"N. ATSUSHI: CRONACA DELLA LUNA SUL MONTE E ALTRI RACCONTI"
20° VOLUME
Nakajima Atsushi
Cronaca della luna sul monte e altri racconti
La misura breve si addice perfettamente a Nakajima Atsushi, autore di alcuni racconti tra i più belli e armoniosi del Novecento non solo giapponese. I suoi congegni narrativi incantano per la finezza dello stile, ma esprimono anche un’angoscia sottile per qualcosa di indefinito, le cui radici affondano in un caos nero e primordiale, e "che si può chiamare l’implacabile Male del mondo". Gli otto racconti qui raccolti, considerati i capolavori di Nakajima, esprimono con sfaccettature diverse questo eterno conflitto tra l’armonia e il male che può insinuarsi in essa fino a distruggerla, come nel borgesiano La maledizione della scrittura, dove gli spiriti divorano qualunque cosa e persona sia entrata in qualche modo in contatto con la scrittura. Il tema fantastico ricorre spesso in queste pagine, a cominciare dal racconto che dà il titolo al volume, dove il protagonista, visto naufragare il suo sogno di diventare poeta, si trasforma in una tigre assetata di sangue che urla il dolore per le proprie ambizioni fallite, ruggendo alla luna. E poi mummie, spiriti, sogni, mostri, metamorfosi... Solo nell’ultimo racconto, Li Ling, l’ispirazione fantastica cede il passo alla descrizione realistica nella rievocazione di un tragico episodio della storia cinese. È un mondo cupo, dominato da una guerra raccontata in tutta la sua crudeltà e violenza, solo a tratti rischiarato da improvvisi, vertiginosi spiragli di bellezza.
Nakajima Atsushi
Cronaca della luna sul monte e altri racconti
La misura breve si addice perfettamente a Nakajima Atsushi, autore di alcuni racconti tra i più belli e armoniosi del Novecento non solo giapponese. I suoi congegni narrativi incantano per la finezza dello stile, ma esprimono anche un’angoscia sottile per qualcosa di indefinito, le cui radici affondano in un caos nero e primordiale, e "che si può chiamare l’implacabile Male del mondo". Gli otto racconti qui raccolti, considerati i capolavori di Nakajima, esprimono con sfaccettature diverse questo eterno conflitto tra l’armonia e il male che può insinuarsi in essa fino a distruggerla, come nel borgesiano La maledizione della scrittura, dove gli spiriti divorano qualunque cosa e persona sia entrata in qualche modo in contatto con la scrittura. Il tema fantastico ricorre spesso in queste pagine, a cominciare dal racconto che dà il titolo al volume, dove il protagonista, visto naufragare il suo sogno di diventare poeta, si trasforma in una tigre assetata di sangue che urla il dolore per le proprie ambizioni fallite, ruggendo alla luna. E poi mummie, spiriti, sogni, mostri, metamorfosi... Solo nell’ultimo racconto, Li Ling, l’ispirazione fantastica cede il passo alla descrizione realistica nella rievocazione di un tragico episodio della storia cinese. È un mondo cupo, dominato da una guerra raccontata in tutta la sua crudeltà e violenza, solo a tratti rischiarato da improvvisi, vertiginosi spiragli di bellezza.