LA STORIA DI RE LEAR-MELANIA MAZZUCCO
"LA STORIA DI RE LEAR-MELANIA MAZZUCCO"
Melania G. Mazzucco racconta
Re Lear
Dall'introduzione di Melania G. Mazzucco:
"Nell’anno 3150 dalla creazione del mondo, quando la potente città di Troia era da secoli un mucchio di rovine, in un paese sperduto nel mare del nord c’era già un re. Il suo nome era Lear.
Era stato felice. Aveva conquistato tutte le terre che lo circondavano, e che formavano un’isola chiamata Britannia, verde di prati, ricca di acqua, pecore e nebbia.
Era stato forte, coraggioso e appassionato. Sapeva combattere, amare, andare a cavallo, dare la morte in guerra e in tribunale, punire chi si ribellava, premiare chi si sottometteva. Possedeva oro, argento, bronzo, palazzi, castelli, cani, servitori. Ne aveva talmente tanti che non poteva nemmeno contarli. La sua parola era legge. Ma poi diventò vecchio. Perché anche un re è un uomo.
Quando diventò vecchio, diventò triste. Era stanco di tutto – di fare la guerra, di comandare, di uccidere, di punire. Era stanco anche di se stesso. Ma non si può smettere di essere re.
Aveva già fatto tutto. E comunque non sapeva più farlo come una volta. Gli occhi non ci vedevano più bene, le orecchie diventavano sorde, le gambe fragili, le forze mancavano".
Re Lear
Dall'introduzione di Melania G. Mazzucco:
"Nell’anno 3150 dalla creazione del mondo, quando la potente città di Troia era da secoli un mucchio di rovine, in un paese sperduto nel mare del nord c’era già un re. Il suo nome era Lear.
Era stato felice. Aveva conquistato tutte le terre che lo circondavano, e che formavano un’isola chiamata Britannia, verde di prati, ricca di acqua, pecore e nebbia.
Era stato forte, coraggioso e appassionato. Sapeva combattere, amare, andare a cavallo, dare la morte in guerra e in tribunale, punire chi si ribellava, premiare chi si sottometteva. Possedeva oro, argento, bronzo, palazzi, castelli, cani, servitori. Ne aveva talmente tanti che non poteva nemmeno contarli. La sua parola era legge. Ma poi diventò vecchio. Perché anche un re è un uomo.
Quando diventò vecchio, diventò triste. Era stanco di tutto – di fare la guerra, di comandare, di uccidere, di punire. Era stanco anche di se stesso. Ma non si può smettere di essere re.
Aveva già fatto tutto. E comunque non sapeva più farlo come una volta. Gli occhi non ci vedevano più bene, le orecchie diventavano sorde, le gambe fragili, le forze mancavano".